ATM-09A, ATM-03C, Sorvolo costa, Mappe unificate… l’estate 2021 sarà forse quella della svolta?

Malgrado sembra che l'Italia sia in ritardo rispetto ad altri Paesi europei, sembra che ci sia la volontà di cercare di porre basi solide all'ecosistema UAS sulla spinta del regolamento EASA che finalmente potrebbe realmente far decollare un settore per tanti anni trattenuto a guinzaglio dalla burocrazia e dall'incertezza.

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In questo ultimo periodo, a seguito dell’entrata in vigore del nuovo regolamento EASA, stiamo assistendo a tanti piccoli e grandi cambiamenti a molte delle regole alle quali eravamo abituati e che per troppo tempo hanno reso la vita difficile a coloro i quali utilizzano un drone per diletto, ma soprattuto ai tanti che di quest’hobby cercano di farne anche una professione, cercando di osservare le regole di un corretto utilizzo.

Sono stati emanati uno dopo l’altro, seppur con qualche ritardo sulle attese, il regolamento UAS-IT, le nuove circolari ATM-03C e ATM-09A, l’adattamento dei sistemi di Registrazione Operatore con rilascio del codice univoco su D-Flight, le modifiche all’Esame Online A1-A3 Enac, al template dell’attestato e la pubblicazione delle prime scuole di volo abilitate dove si può sostenere l’Esame A2 (in attesa di poterlo fare online sul portale Enac).

Tanta carne al fuoco, con tanti punti ancora da chiarire ed approfondire, ma, volendo essere ottimisti, sembra che sulla spinta del regolamento europeo, questa volta ci si sta muovedo nella giusta direzione che potrebbe portare in qualche mese ad avere una situazione ben più chiara e definita di dove e come si può operare con un drone in Italia.

ATM-03C

Ne avevamo già parlato in un precedente articolo di ottobre 2020, in occasione della pubblicazione della bozza della circolare che detta le regole per richiedere riserva di spazio aereo a chi ne abbia facoltà. Infatti questa sarà l’unica via per determinare la creazione di nuove aree geografiche, oltre a quelle definite da Enac per conto del Ministero dei Trasporti o da altri Ministeri (Difesa, Interni, ecc…), dove porre divieti e/o limitazioni al volo, escludendo di fatto l’autodeterminazione di NFZ da parte di Enti o Amministrazioni che non ne hanno reale facoltà (se non per casistiche straordinarie e temporane dovute alla tutela della pubblica sicurezza).

Questo determinerà una volta per tutte la risoluzione di annosi problemi, come ad esempio il sorvolo dei parchi, a regime, se un Ente Parco qualsiasi non farà richiesta ad Enac di riserva di spazio aereo mediante apposita documentazione ATM-03, non potrà vedere istituita alcuna area geografica di interdizione/limitazione al volo UAS, procedendo invece all’inoltro della richiesta, se ne avrà diritto, potrà vedere tutelata la propria zona da un’apposita area con determinate regole;  le informazioni verranno poi riportate in AIP affinchè vengano pubblicate su cartografia ufficiale ENAV e di conseguenza sul portale D-Flight.

ATM-09A

Malgrado in concreto ci siano stati solo piccoli cambiamenti rispetto al passato, analizzando bene i concetti espressi nella nuova circolare, a nostro parere, potremmo essere di fronte ad un cambiamento epocale. Infatti non si fa riferimento solamente alle regole di come i droni approcciano alle sole aree aeroportuali, ma si regolano tutte le aree geografiche UAS, quindi: ATZ e CTR, ma anche zone P, R e D (Proibite, Regolamentate e Pericolose).

Di fatto in Open Category non è più permesso operare in nessuna di queste zone geografiche, nemmeno nelle zone blu, gialle e arancioni istituite a difesa degli aeroporti e proprio per questo motivo tali zone non partono più dal suolo fino ad una altezza definita, ma partono da una certa altezza (25, 45 o 60mt) fino ad UNL (Unlimited): un cambio poco “sostanziale” ma molto “concettuale“.

Non solo: tutte le aree colorate, istituite a protezione degli aeroporti, sono indicate come attive solamente negli orari di apertura, questo non è un elemento di poco conto nel caso si abbia la necessità di operare anche in zona rossa, magari vicino ad aviosuperfici o elisuperfici “minori” che potrebbero essere chiusi in determinati orari/giorni che a regime (01/01/2022) dovrebbero essere in qualche modo accesi/spenti su D-Flight.

Lo stesso discorso vale per le zone R (regolamentate).
Sembra invece non sia mai possibile volare in Open nelle zone P (sempre interderdette) mentre nelle zone D dovrebbe rimanere l’indicazione di poter volare quando non sono in corso operazioni che facciano diventare PERICOLOSA l’area (questo è un punto che andrà approfondito in futuro per capire le reali intenzioni di Enac perché le indicazioni riportate in circolare lasciano dubbi interpretativi).

Altro punto che necessita di approfondimento è il fatto che in Open Category sembra non sia possibile richiedere il permesso e ottenere l’autorizzazione ad operare in nessuna zona geografica aeroportuale (indicativamente all’interno dei CTR oltre le quote previste), non solo per fini ricreativi ma anche per lavoro, escludendo tutti gli operatori professionali che lavorano in Open.

Molte delle nuove disposizioni stridono non poco con le mappe attualmente pubblicate, ma crediamo che a valle di queste nuove regole vengano “presto” rivoluzionate anche tutte le aree che ora siamo abituati a visualizzare su D-Flight. Molto probabilmente verranno sistemate tante discrepanze tuttora inserite (piste mal orientate, dati inconsistenti, ecc…) tramite un profondo intervento di aggiornamento delle AIP e di D-Flight.

L’entrata in vigore di tale circolare è il 31/03/2021, tuttavia, come riportato nell’art. 10 della suddetta circolare: “Nelle more dell’applicabilità del paragrafo 5.4 (01/01/2022), restano in vigore le aree pubblicate sul sito d-flight“, in soldoni: finché le nuove limitazioni non sono riportate puntualmente su AIP e quindi su D-Flight, farà fede quanto riportato in D-Flight.

Fine del divieto di sorvolo della costa nella stagione estiva?

E’ notizia di poche ore fa, grazie all’interessamento di Massimiliano Barbaro di Drone Sardegna e di Danilo Scarato di Quadricottero News, che hanno analizzato a fondo il regolamento EASA trovando l’indicazione che le Regole dell’Aria Europee (SERA) da cui discendono direttamente le RAIT (regole dell’aria italiane) si applicano solo alle Categorie Specific e Certified, non alle Open Category. Da qui, ricevuto anche la conferma della corretta interpretazione da parte dell’Ing. di Rubbo di Easa, si auspica che nella prossima estate, vista l’entrata in vigore del regolamento europeo, decada in automatico il divieto di sorvolare la costa entro 100mt offshore e inshore dalla battigia con i droni Open Category e Limited Open Category, fermo restando il divieto di sorvolo degli assembramenti e il mantenimento della dovuta distanza dalle persone per i droni di peso superiore a 500gr.

Una bella novità che, a meno di sorprese o dell’istituzione da parte di Enac di un’eventuale nuova zona geografica istituita a tutela delle coste (non ne vedremmo però il motivo…) dovrebbe vedere cancellata definitivamente da D-Flight tutta la tanto discussa linea rossa sull’intero perimetro della nostra penisola, isole comprese.

Mappe D-Flight “Definitive”

Come indicato nel regolamento Europeo, gli Stati membri di EASA hanno l’obbligo entro il 1° gennaio 2022 di riportare le indicazioni in forma chiara, libera e di facile lettura, di dove sia possibile operare in sicurezza con gli UAS.

Tutto l’ecosistema ENAC/ENAV/D-Flight, che intuiamo si stia mettendo pian piano in opera, dovrebbe essere rivolto a questo e sarà un passo importante verso il 1° Gennaio 2023, quando si presume dovrà essere operativo il Sistema unificato UTM, con nuove mappe livello Europeo e l’attivazione del tracciamento degli UAS > 250gr. mediante ID Elettronico (Transponder).

La strada è ancora lunga e tortuosa, ma è anche l’unica via percorribile per permettere lo sviluppo e il decollo reale di un settore che da tempo promette forte espansione con la creazione di potenziali nuove figure professionali che il mercato richiederà, ma al quale per troppo tempo si sono tarpate le ali con regolamenti macchinosi ed interpretativi e procedure richieste poco amiche degli operatori e delle reali necessità lavorative.

Non ci resta che pazientare, speriamo ancora per poco! 

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