E’ uno degli argomenti più caldi di questi giorni e fra commenti sui social e video su Youtube, ne abbiamo sentite di tutti i colori…
Vogliamo dare la nostra (personalissima) interpretazione alla problematica inerente l’inserimento, sulle mappe D-Flight, del nuovo Layer Parchi, di colore verde, dove non è assolutamente chiaro se si possa volare o meno…
ENAC/D-Flight, in modo forse un po’ sbrigativo e molto cautelativo, probabilmente anche a causa delle tante segnalazioni dei mesi scorsi, ha implementato la visualizzazione sulle mappe di moltissime zone “verdi”, inizialmente segnalando l’assoluto divieto di volo (0 metri) poi corretto con 120mt dopo poche ore, ma sempre indicando nel box informazioni il fatto che sia necessario informarsi presso gli enti gestori dell’area perché a causa della legge quadro 394/91 il sorvolo “potrebbe” essere vietato…
“Potrebbe”, ma chi dovrebbe fornire tale informazione in maniera chiara e univoca?
Il nuovo regolamento EASA, che entrerà in vigore il 31 dicembre parla chiaro in questo senso, esattamente all’Articolo 18: “Compiti dell’autorità competente” (in Italia ENAC), più precisamente al comma “f” cita:
L’autorità competente è responsabile:
f) della messa a disposizione in un formato digitale unico e comune delle informazioni sulle zone geografiche UAS individuate dagli Stati membri e definite all’interno dello spazio aereo nazionale dello Stato di tale autorità competente;
Quindi, al di là di ciò che possa riportare un qualsiasi “ente parco” nel proprio regolamento, o in risposta alle richieste di nulla-osta degli operatori, il divieto di volo dovrà essere istituito da ENAC su richiesta degli enti che vogliano “proteggere” o “riservare” un’area qualsiasi di volo, riportato in AIP e pubblicato su D-Flight in modo da RISPETTARE LE DISPOSIZIONI DEL REGOLAMENTO DI ESECUZIONE UE 2019/947.
Abbiamo valutato positivamente in questo senso anche la nuova bozza ATM-03C, recentemente pubblicata sul sito di ENAC, che oltre ad introdurre disposizioni specifiche per i droni, chiarisce come devono essere espletate le formalità di richiesta e istituzione di riserva di area di volo, che nel caso dei Parchi e Riserve (Nazionali e Regionali) potrà essere permanente, ma dovrà essere istituita da ENAC su richiesta.
E’ una nostra personale interpretazione di come sembra si stia muovendo tutto ciò che ruota attorno alle aree di volo, alla gestione e all’indicazione su come si possa utilizzarle in maniera sicura e informata, senza il rischio di infrangere regolamenti occulti o di difficile reperimento, non si pretende di “volare dove non si può”, né si vuol entrare nel merito di quanto un drone possa interferire con l’habitat delle aree naturali o protette, ma anche noi stessi abbiamo avuto non poche difficoltà ad avere informazioni chiare da tanti enti parco, contattati in questi mesi, per sapere se si poteva volare o meno in determinate aree.
Non ci resta che attendere, nelle disposizioni transitorie del Regolamento EASA gli Stati Membri avranno tempo fino al 01/01/2022 per sistemare le mappe… forse ENAC sarà uno dei primi ad adeguarsi o chissà…
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