Una petizione on-line per abolire le Zone “D”

Importante iniziativa partita da Drone Sardegna per far chiarezza e richiedere l'abolizione della Zone "D-33 Fonni" (Pericolosa) per gli UAS dalle Mappe D-Flight.

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Ecco il link per firmare la petizione: https://chng.it/hWyDPJHtxw

Con la nuova circolare ATM-09A di Marzo 2021 si sono definite le regole per accedere alle zone geografiche per gli UAS, in particolare per quelle in prossimità degli aeroporti ed eliporti, a diverse altezze man mano più restringenti avvicinandosi alle piste, ma anche quelle definite “P” (Proibite), “R” (Regolamentate) d “D” (Pericolose).

Mentre è tutto abbastanza chiaro per le zone P e R che sono rispettivamente “sempre vietate” (P) o vietate “quando attive” (R), l’utilizzo degli UAS nelle zone “D” lascia e ha lasciato diversi strascichi di tipo interpretativo della norma; infatti, la circolare sembra non lasciare molti dubbi al punto 5.3.a: “P e D: sono vietate alle operazioni UAS“, ma la natura stessa delle zone “D”, spesso realmente poco utilizzate, sembra essere stata recepita da molti come se non fossero realmente sempre vietate ma lo fossero in qualche modo quando attive o addirittura che fosse permesso il volo al loro interno ponendo attenzione alla natura pericolosa della zona, come indicava la vecchia normativa.

Dal nostro punto di vista abbiamo indicato su VolaResponsabilmente queste zone come VIETATE AL VOLO, prendendo alla lettera quanto riportato nell’ATM-09A, ciò non implica il fatto che il divieto ci sia sembrato da subito quantomeno discutibile, visto che, gerarchicamente le zone in questione dovrebbero essere “meno importanti” rispetto alle P alle R o alle ATM Aeroportuali e il buonsenso suggerirebbe di trattarle in modo diverso rispetto ad un generico divieto H24.

Oltretutto, come specificato da Massimiliano Barbaro, in un esauriente articolo su Drone Italia, mentre esistono regole e metodologie per richiedere i permessi di volo per tutte le altre zone, non vi è specifica indicazione di come interfacciarsi con gli enti per farlo nelle zone D, e questo è sicuramente un punto chiave che Enac dovrà chiarire al più presto, anche in previsione del prossimo 1 gennaio 2022 quando dovranno essere implementate, su disposizione di EASA, mappe di volo in formato chiaro, unico e fruibile da tutti i cittadini Europei.

Dal nostro punto di vista ogni zona “D” andrebbe normata nello specifico entrando nei dettagli della specifica zona: quando viene utilizzata, a che altezze, che tipo di pericolosità esiste al suo interno; per quasi tutte le zone D crediamo che basterebbe inserire una limitazione di altezza per gli UAS per risolvere qualsiasi problema di sicurezza, come del resto è stato fatto per le grandi porzioni di spazio “con intensa attività a bassa quota”, inizialmente parificate a generiche zone D (quindi rosse e vietate), per poi essere convertite a zone GIALLE, alzando il limite a 45mt. Nell’ottica di rendere accessibile lo spazio aereo a tutti, fatto salvo quando in determinate zone vi siano reali problematiche di sicurezza o di tutela, ci sembra più corretto analizzare a fondo ogni singola situazione piuttosto che vietare in maniera spesso troppo semplicistica andando a creare così dubbi sul “senso” del divieto che magari portano a errate interpretazioni con il rischio poi di trovarsi in situazioni di volo non consentito, rischiando sanzioni o, addirittura, creando potenziali pericoli per altri utilizzatori dello spazio aereo.

In quest’ottica, condividiamo appieno l’iniziativa della petizione e invitiamo tutti a firmarla, anche se nello specifico riguarda la zona D-33 Fonni in Sardegna, quantomeno per sollevare il problema e invitare gli Enti normatori a discuterlo e rivederlo in chiave di buonsenso e condivisione dello spazio aereo, che è un bene di tutti e andrebbe valutato al meglio come renderlo il più fruibile possibile piuttosto che scegliere soluzioni di chiusure a prescindere!

Ecco il link per firmare la petizione: https://chng.it/hWyDPJHtxw

 

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