Oggi, grazie alla preziosa collaborazione di Stefano Colitti, vogliamo approfondire il tema delle tanto discusse batterie dei piccoli droni DJI, cercando di allontanarci un po’ dal “sentito dire” e dalle informazioni di carattere nozionistico che girano sui social e volendo entrare più a fondo nelle caratteristiche di questi dispositivi, per capire meglio come funzionano e come è necessario porre attenzione nel loro corretto impiego e manutenzione.
Molti avranno già avuto modo di conoscere Stefano (che ha già partecipato a diversi video su canali YouTube più o meno “famosi”): oltre a essere, come tanti di noi, un appassionato di droni, Stefano, per i suoi studi in elettronica e trasmissioni e per una forte passione personale, ha avuto a che fare sin da ragazzo con dispositivi elettronici oggi conosciuti come microcontrollori poi evoluti in microprocessori etc. seguendo tutte le evoluzioni dell’elettronica “Analogica” fino a quella “Digitale“.
#Vresp:
“Ciao Stefano, grazie di averci dedicato un po’ del tuo tempo e di voler chiarire alcuni punti molto importanti per capire meglio come funzionano le batterie dei nostri droni!”
#S.C.:
Buongiorno Andrea, piacere di fare la tua conoscenza e di apprendere che abbiamo in comune la PASSIONE per questo mondo.
#Vresp:
Cosa ti ha spinto a voler approfondire dettagliatamente l’aspetto tecnico della “questione batterie”?
#S.C.:
Oggi l’elettronica è qualcosa di complesso perché porta dentro di sé varie competenze
e specializzazioni, un oggetto come un microcontrollore può dare il meglio di se “entro i suoi limiti operativi” se il software di controllo è in grado di utilizzare al meglio le sue potenzialità, queste tuttavia sono definite in fase di progettazione, il che significa che un dispositivo elettronico non potrà mai fare quello per il quale non è stato progettato, a meno che non si sia prevista l’implementazione di terze parti che ne aumentino le capacità elaborative in fase di progettazione. Vedi già ci stiamo addentrando in un campo più complesso.
Tornando all’argomento dal quale siamo partiti, io troverei molto utili sottolineare SEMPRE, che al 1° POSTO deve esserci sempre la conoscenza di cosa si sta utilizzando, quindi conoscere quali sono i rischi a cui possiamo andare incontro a cui possiamo “involontariamente” esporre persone che per cultura o semplicemente perché “si fidano” prendono per buono tutto quello che viene scritto o detto in modo nozionistico.
Questi oggetti (droni) oggi sono presenti in molte famiglie perché il basso costo e l’utilizzo dei media hanno permesso di conoscerne molti aspetti affascinanti e la facilità di utilizzo apre le porte al mercato del “tutto a tutti”, questo fa il mercato, ti dice che puoi volare anche se non hai le ali, senza elencare tutti i pericoli che un oggetto sospeso in volo può arrecare in caso di guasto etc.
Ma credo questo lo possa capire “chiunque” almeno spero, quello che la maggior parte delle persone ignora totalmente è la pericolosità delle batterie note come litio-polimero o litio polimerico (abbreviato Li-Poly o LiPo), da non dimenticare cosa successe qualche anno fa all’Apple che dovette ritirare dal mercato i suoi iPhone dopo che alcuni di questi erano esplosi a causa dell’instabilità del “Litio metallico” utilizzato per il “catodo” che durante la fase di ricarica arrivava a surriscaldarsi talmente tanto al punto da far fondere il litio con conseguente ossidazione rapida e incontrollabile, fino a farle esplodere.
Dopo il 1991 molte batterie al litio sono state ritirate dal mercato a causa del rilascio di gas e del conseguente incendio da parte di alcuni lotti, parlando di numeri, gli esemplari ritirati dal mercato sono stati uno ogni 200 mila, ovvero sei milioni di unità, molte testate specialistiche hanno riportato questi numeri, credo la voce più autorevole sia quella dell’ENEA ovvero l’Agenzia nazione per le nuove tecnologie –> https://www.enea.it/it/laboratori-impianti/tecnologie-energia-industria dove si possono trovare molte informazioni relative a questa tecnologia e di quanto ho riferito.
#Vresp:
Non sono dispositivi da trattare con superficialità! Ma esattamente come si è evoluta la tecnologia per cercare di rendere le batterie più sicure, e come viene gestita la sicurezza nel caso del DJI Mini 2 ad esempio?
#S.C.:
Chiaramente oggi questo tipo di problema è stato “mitigato” eliminando il “litio metallico” dal catodo, rendendo più stabile la chimica di queste batterie.
Bisogna ricordare che la messa in commercio di queste batterie su così larga scala è stato possibile grazie all’utilizzo di dispositivi elettronici chiamati “BMS” acronimo che sta per Battery Management System, ovvero “Sistema di Gestione delle Batterie“.
Questi sono sistemi complessi che si basano sull’utilizzo combinato di transistor detti NFET che hanno la funzione “su alcune tipologie di batterie” di controllarne sia la Carica che la Scarica e di un firmware di controllo appositamente scritto per la loro gestione, uno molto utilizzato è il BQ76200 della Texas Instruments utilizzato sulle batterie del DJI Mini2, di cui ti lascio il link al Datasheet per verificare le caratteristiche e approfondirne gli aspetti funzionali potenzialità e limiti: https://www.ti.com/product/BQ76200?utm_source=google&utm_medium=cpc&utm_campaign=APP-BMS-null-prodfolderdynamic-cpc-pf-google-eu&utm_content=prodfolddynamic&ds_k=DYNAMIC+SEARCH+ADS&DCM=yes&gclid=Cj0KCQjw4cOEBhDMARIsAA3XDRjxE-WMpcNDo2u-piiPbfDmnEjzVeBMo5MasmsplL72jBTda9rdCZ0aAnw3EALw_wcB&gclsrc=aw.ds
Mi sono dilungato perché credo che la “conoscenza” debba andare di pari passo con la “consapevolezza” solo conoscendo si possono evitare situazioni potenzialmente pericolose, mi sento di aggiungere che per un fatto di mercato/commercio mettere in evidenza, tali criticità porterebbe una parte di potenziali acquirenti a rinunciare all’acquisto,
tuttavia a noi amanti della tecnologia sta la responsabilità morale e sociale di invitare TUTTI ALLA PRUDENZA, come l’incipit del tuo sito “VOLA RESPONSABILMENTE”,
che significa “non credere a tutto quello che si dice perché l’hanno scritto su Telegram o l’hanno detto su Youtube” ma imparare a cercare le fonti, sapere che se la tecnologia ci aiuta a risolvere molte situazioni, noi dobbiamo metterci il nostro impegno perché questa migliori, quando tecnologia e responsabilità viaggiano insieme allora anche quello che potenzialmente può essere pericoloso, se usato con la “testa”, diventa una risorsa.
#Vresp:
Ti ringrazio molto, nel nostro piccolo cerchiamo di verificare sempre le informazioni che troviamo in rete e cerchiamo di filtrarle e verificarle affinché siano utili a chi ha come noi questa bella passione; purtoppo, come dici tu ci si ferma troppo spesso all’aspetto “superficiale” delle informazioni che vengono “travasate” (e spesso travisate) da post a post e dal link a link, senza scavare in profondità per approfondirne gli aspetti a 360°; interventi come il tuo sono veramente utili per dare più consapevolezza e responsabilità a chi vuole praticare un sano hobby (magari con la speranza che diventi anche una reale professione), nel rispetto delle regole, ma anche con una particolare attenzione al discorso sicurezza.
#S.C.:
Spero di essere stato utile, questo per me non è un lavoro, è passione, lo faccio solo ed esclusivamente per questo motivo, esattamente come te!
Un abbraccio, Stefano Colitti.
Vi lasciamo alcuni link di articoli di Stefano Colitti che parlano nello specifico delle batterie dei “Mini” Droni DJI:
- Come funzionano le batterie del Mavic Mini
- Batterie “intelligenti”… Sarà vero?
- La safety è le batterie DJI
Rinnovando i nostri ringraziamenti a Stefano per le sue preziose informazioni ricordiamo a tutti i lettori che chi volesse partecipare attivamente al nostro progetto, fornendo informazioni, approfondire questioni di carattere tecnico, regolamenti, sicurezza, ecc… può inviare i propri contributi tramite la sezione CONTATTI del sito web #VolaResponsabilmente!
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