Emanato regolamento UAS-it e aggiornate tariffe Qrcode D-flight. Facciamo il punto.

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Finalmente ieri è stato emanato il nuovo regolamento UAS-it che avrebbe dovuto far chiarezza sulle disposizioni italiane aggiuntive al regolamento easa droni.

Ad una prima lettura purtroppo sono emersi punti ancora “oscuri” soprattutto riguardanti il codice QR che rimaneva citato come obbligatorio nel nuovo regolamento, senza però indicare con esattezza se dovesse essere uno “nuovo”, legato all’operatore o il “classico” QR in abbinamento ad ogni drone.

Ci viene in aiuto oggi D-flight modificando la pagina delle tariffe, nella quale scopriamo che:

“A valle della pubblicazione da parte ENAC del regolamento attuativo UAS-IT, che conferma l’obbligo di dotare i propri mezzi APR e le relative GCS di QR code per l’identificazione, si ricorda che alcuni servizi d-flight sono accessibili solo tramite attivazione di abbonamento annuale e attivazione/associazione di QR code ai propri mezzi…”

Nella pagina tariffe scopriamo infatti dalla tabella che le regole “cambiano” e i QR non sono più legati al tipo di operazione (specializzata o non) ma alla categoria di appartenenza degli UAV, ovvero un qr-code da €6 per ogni drone appartenente alla categoria Open (o limited Open) e un QR code da €96 per gli appartenenti alla categoria Specific: allineandosi da ora realmente, una volta per tutte, al regolamento Europeo che ha cancellato la distinzione fra l’uso hobbistico e professionale dei droni. Tale distinzione rimane quindi (per ora) solo legata al discorso assicurativo, avendo le compagnie facoltà di emanare polizze “adatte allo scopo” e quindi importi ancora diversi (e di coperture diverse) se si utilizza il drone per scopi lavorativi o per scopi professionali; Enac, nel nuovo regolamento italiano, ha però imposto dei “massimali minimi” per i diversi tipi di operazioni che si svolgono con i droni, è bene quindi verificare se la propria assicurazione rispetti i massimali minimi imposti (a partire da 750.000 DSP, al cambio odierno circa 900.000€).

Ma cosa significa tutto questo e come “impatta” sull’utilizzo quotidiano dei nostri droni nelle Open Category EASA?

Nei prossimi giorni, come promesso indicheremo tutte le nuove informazioni all’interno delle pagine del sito, possiamo cercare di riassumere comunque le indicazioni di massima per utilizzare un UAS nelle nuove Open Category:  le informazioni riportate sono una nostra libera interpretazione dell’attuale normativa alla data del 5/01/2021, si raccomanda di fare sempre riferimento ai testi ufficiali sui siti di Enac e Easa e ad eventuali possibili cambiamenti o precisazioni future.

1. Il regolamento italiano impone l’applicazione di un QR code da apporre sul drone (rilasciato da d-flight*) e la registrazione dell’operatore sul sito D-Flight; è necessario quindi andare sul portale, registrarsi generare un QR code base da €6 (per le Open Category) e applicarlo sull’UAV e sulla ground control station (radiocomando). Per operare in Italia, basta il Qrcode D-flight, per operare con il nostro drone anche al di fuori dei confini nazionali è necessario applicare anche il codice Easa di 16 cifre reperibile sul sito web di D-flight dopo la registrazione dell’operatore. Visto l’impatto minimo della cosa consigliamo di applicare sia qr-code che codice operatore EASA, sul drone e anche sul radiocomando.

* Aggiornamento da FAQ Enac del 8/01/21: al momento sul sito D-flight è possibile ottenere il Qrcode solo abbinandolo ad un UAV (uno per drone). A regime verrà rilasciato un unico QR per operatore, valido per tutti i mezzi.

2. Nella Categoria Open è possibile condurre droni fino a 25kg di peso, volando a vista (VLOS), anche di notte, essendo sempre in grado di riconoscere l’orientamento dell’UAV anche con ausilio di luci di diverso colore (dal 1/07/2022 sarà obbigatoria una luce verde lampeggiante posteriore), ad un’altezza massima di 120mt dal terreno (ove non vi siano zone con limiti inferiori). È necessario rispettare le aree di volo e le limitazioni visibili sulle mappe ufficiali D-Flight e in AIP, il pilota sarà responsabile anche di verificare che nell’area in cui intende operare non vi siano altre limitazioni imposte da organismi di pubblica sicurezza o di tutela del territorio/fauna (ad es. parchi nazionali e regionali), anche se tali limitazioni non sono indicate su D-Flight. Non è mai permesso sorvolare assembramenti di persone (manifestazioni, cortei, eventi sportivi, spiagge affollate, ecc)

3. Volutamente non parleremo di classi (C0, C1, C2, ecc…) poiché attualmente nessun drone in commercio ha queste caratteristiche. Gli UAS attuali dovranno rispettare determinate disposizioni in base al peso loro massimo al decollo del mezzo (MTOM). Il punto chiave per definire questi UAS, sprovvisti di marchio di Classe, è l’Articolo 20 del regolamento UE 947, che per semplicità definiamo come “regole per le Open Limited category”.

Tutti i droni fino a 499gr di peso sono in sottocategoria Limited A1, possono essere utilizzati, previa registrazione dell’operatore sul portale D-Flight, apposizione del codice QR, stipulare un’assicurazione  e apporre il codice operatore EASA di 16 caratteri (consigliato, anche se non espressamente obbligatorio in Italia).

I droni fino a 249gr (aka Mavic Mini, Mini 2) potranno essere condotti senza alcun attestato di pilotaggio, anche in ambienti urbani (senza paraeliche); potranno sorvolare persone anche non coinvolte direttamente nelle operazioni previo il rispetto delle aree di volo e della privacy.

Gli UAV di peso fino a 499gr (aka Mavic Air, Parrot Anafi, Spark) dovranno essere condotti previo conseguimento dell’attestato A1-A3, online, sul sito Enac. Non potranno sorvolare volontariamente persone non coinvolte nelle operazioni (e stazionare su di esse), ma potranno operatore vicino ad esse (distanza minima non indicata nei regolamenti) oppure transitare su di esse se non è possibile fare altrimenti (limitando al massimo il tempo del sorvolo inatteso). Potranno operare anche in città nel rispetto delle aree di volo e degli assembramenti.

I droni fino a 2kg di peso (aka Air 2, Mavic Pro, ecc…) potranno operare in sottocategoria A2 Limited, ad una distanza minima di 50mt dalle persone, previo il conseguimento dell’attestato A2, anche in ambienti urbani (casistica complessa in centri urbani popolati dovendo mantenere la distanza minima dalle persone). Per ottenere l’attestato A2 si dovrà precedente aver conseguito l’A1-A3 online, e recarsi presso un Centro addestramento riconosciuto da Enac e superare un test teorico di 30 domande, non è necessario sostenere un test “pratico” ne obbligatoriamente partecipare a nessun corso di preparazione, basta l’auto dichiarazione di essere in grado di pilotare l’UAV (l’addestramento potrà essere svolto in autonomia in scenari di sottocategoria A3). Gli aspiranti piloti avranno comunque la facoltà di chiedere ai centri di addestramento di partecipare a corsi di preparazione sia pratica che teorica. Le esatte indicazioni di come si potrà accedere all’esame A2 saranno molto probabilmente inseriti nella prossima circolare Enac (LIC 15b).

I droni superiori a 2kg saranno in sottocategoria A3, dovranno essere condotti da piloti con attestato online (A1-A3) lontano da persone (50mt) e da zone popolate (150mt).

Rispettando queste “semplici” indicazioni possiamo volare tranquillamente con i nostri UAS, grazie ad EASA abbiamo molta più libertà e molti meno vincoli, rimangono ancora da definire in maniera puntuale quali sono i reali limiti in tante aree di volo, come i parchi, le spiaggie d’estate o in prossimità di aviosuperfici più o meno dismesse, ma sicuramente è stato fatto un grosso passo in avanti verso regole chiare e certe.

Storciamo un po’ il naso per il fatto che Enac abbia deciso di mantenere il sistema di QR code, rendendo così gli obblighi in Italia “diversi” da altri paesi europei, dovrà essere chiarito, in futuro, come dovranno allinearsi gli operatori stranieri per volare in Italia (dovranno dotarsi di QR?)

Buon anno a tutti e a presto con altri aggiornamenti!

😉

 

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